"Gelsomina-Giulietta Masina racconta"
di
Costanzo Costantini
a cura dell'Associazione Fregene per Fellini
2001 Editrice
"Il Calamo"
Perché questo libro?
In primo luogo, perche' Giulietta Masina amava Fregene, dove aveva vissuto a lungo, come ricordano un po' tutti i cittadini della famosa localita' balneare, gia' gloriosa sede estiva del cinema italiano. Giulietta ne era diventata una sorta di presenza magica.
Nei ritagli di tempo dal lavoro, nella sua casa di Via Volosca, coltivava i fiori, i pomodori, le zucchine, le melanzane, faceva marmellate per l'inverno, rifocillava i gatti randagi.
In secondo luogo, perche' Giulietta era una donna ilare e generosa sempre pronta a porgere una mano gentile e ad offrire un sorriso a chiunque la incontrasse, nonche', soprattutto, un'attrice inimitabile, come appare nel film che ne reca il nome, "Giulietta degli spiriti", girato quasi interamente a Fregene.
In terzo luogo perché era la partner e l'ispiratrice di Federico Fellini, uno dei piu' geniali cineasti del secolo, "l'ultimo gigante dell'arte moderna" (così lo ha definito il romanziere cecoslovacco Milan Kundera), che considerava Fregene come la sua Genesi: vi aveva esordito come regista con "Lo sceicco bianco", ambientato le scene finali di "La dolce vita" e alcune scene di "La città delle donne", concepito e scritto, con Ennio Flaiano, parecchi altri dei suoi film.
Ma c'e' un'altra ragione, la piu' importante.
Dopo aver scritto tanto di Federico, volevo scrivere qualcosa anche di Giulietta, renderle un omaggio affettuoso, ricordare la grazia incantevole dell'interprete di "La strada", "Le notti di Cabiria" e di "Ginger e Fred".
Il volume è stato premiato al Premio Trittico Culturale Lepino 2002.